Collettivismo e nevrosi del nostro tempo
Il Novecento, la tecnica ed il collettivo
Il
Novecento è un secolo la cui lunga ombra si distende fino ai nostri
giorni, non ancora epurati dai sui progressi, dai suoi guasti, dalle
sue distruzioni.
E'
interessante notare come ciascuna fase storica abbia le sue nevrosi
caratteristiche. Il Novecento, che è il secolo del progresso, delle
grandi macchine, delle masse collettive, del trionfo dell'Homo
Faber sull'Homo
Sapiens1,
si apre con una guerra che
rivoluziona totalmente il modo di combattere fino allora adottato
dall'umanità: la Grande Guerra è il trionfo della tecnica
sull'individuo.
“Ora,
l'artiglieria e la sua eccezionale potenza di fuoco rendevano il
nemico invisibile e la
morte collettiva, anonima, inesorabile (corsivo
mio)”2.
La morte anonima
stroncava gli entusiasmi con i quali un'intera generazione, giovane,
borghese, intellettuale e , per quanto riguarda l'Italia, intrisa di
chimere e di fiamme risorgimentali ed irredentiste, aveva intrapreso
con entusiasmo soggettivo l'impresa bellica: “In questo inferno,
una generazione partita con entusiasmo sentì subito svanire l'idea
della guerra come una gloriosa azione in cui far rifulgere eroismo,
coraggio, iniziativa individuale.3”
In
questo terrificante anonimato collettivo la vana ricerca del “volto
dell'altro”4
assumeva toni tragici e surreali quando, secondo il racconto di un
anziano del posto che ebbi modo di incontrare durante una visita alle
trincee nel Veneto, gli abitanti di Misurina, italiani, combattevano
contro gli abitanti di Cortina, distante pochi chilometri, austriaci.
Si combatteva spesso contro amici, parenti, colleghi; i contendenti,
per lo più contadini ed allevatori, non parlavano né il tedesco né
l'italiano. Parlavano Veneto. Negli intervalli tra un assalto e
l'altro uscivano dalle trincee, distanti non più di 20-30 metri
l'una dall'altra, e si scambiavano sigarette e grappa; per poi
tornare in trincea e continuare un'assurda pantomima nella quale
perdere la vita, se non durante un'assalto, era un caso legato ad un
attimo di distrazione, di abbassamento delle difese dovuto alla noia.
Ed in un attimo si poteva essere colpiti dal fucile nemico, stavolta
anonimo, magari imbracciato dalla stessa persona con la quale ci si
era scambiati la grappa il giorno prima, quando era possibile
riconoscerne il volto.5
Nevrosi da guerra
E
l'individuo, stroncato dalla terribile anonimità del proiettile
proveniente dalla trincea opposta, spesso distante poche decine di
metri, stroncato dalla insensatezza delle lunghe attese,
dall'insensatezza degli assalti comandati per conquistare il nulla,
quel piccolo pezzo di terra di nessuno tra le trincee, reso surreale
dalla assenza di vegetazione6
e dalla presenza di cadaveri, crollava preda di nevrosi di guerra
fino ad allora sconosciute.
Oggi
conosciamo bene le nevrosi di guerra, dallo studio delle quali è
partita la concettualizzazione del Disturbo da Stress
Postraumatico PTSD, riscontrabile in quei casi in cui l'individuo
va incontro a forti traumi, non necessariamente di origine bellica.
Durante
la Grande Guerra ebbe inizio lo scontro dell'Individuo contro
la Tecnica, che vide quest'ultima trionfante sino ai nostri
giorni, nei quali la la Tecnica, longa manus della Finanza
e del Potere, apparentemente in aiuto degli individui,
rende oggetto e stupra la loro casa comune, una Natura
sempre più debole, minacciando l'esistenza stessa della Biosfera.
Durante
la Grande Guerra, “Erano... frequenti le esplosioni di follia, i
deliri, l'autolesionismo, e poi i blocchi psicomotori, spasmi
allucinazioni, paralisi, cecità, sordità e mutismo, e ancora
depressione, regressioni animalesche, malinconia”7
Questi
“malati non malati”, senza ferite evidenti, piuttosto che essere
ospedalizzati e curati, scambiati per semplici codardi venivano
gerarchicamente restituiti al fronte, per paura della renitenza.
Fu
durante la seconda guerra mondiale, che proseguì e celebrò fino
all'olocausto atomico il trionfo della tecnica sull'individuo, che le
nevrosi di guerra furono finalmente riconosciute e curate.
Wilfred
Bion, psicoanalista e teorico della psicoanalisi, le cui teorie
furono fondamentali per il pensiero psicoanalitico dal dopoguerra
fino ad'oggi, iniziò a lavorare come Psichiatra con le persone
afflitte da nevrosi di guerra: a partire da questa esperienza
sviluppò le sue monumentali teorie sulla dinamica dei gruppi.8
Il Postmoderno e le sue patologie
Ed
oggi? Il Collettivo spersonalizzante permane, spogliato però
dai grandi sistemi ideologici che di quel collettivo furono il
veicolo: Democrazia Parlamentare Rappresentativa, Totalitarismo
Comunista, Totalitarismo Fascista. E' il Postmoderno descritto
da Lyotard9,
nel quale si assiste al crollo dei grandi sistemi di
riferimento.
Per
parafrasare il grande maestro Woody Allen: “Il Totalitarismo
Fascista è morto, il Totalitarismo Comunista è morto, ed anche la
Democrazia Parlamentare Rappresentativa, ultima sopravissuta del
Novecento, non si sente bene”.
Nel
vuoto dei riferimenti ideologici e religiosi, in un epoca in cui la
Modernità Illuminista ha destituito il Sacro
riducendolo ad un racconto per bambini oppure a superstizioni con cui
nutrire ingenui ed anime semplici, il Collettivo del '900 è
rimasto intatto e terrificante.
Il
Collettivo è deducibile anche dalla semantica in uso
corrente, secondo la quale i principali soggetti degli eventi
occorrenti non sono persone, individui identificabili ma soggetti
collettivi come: Mercati, Finanza, Economia, Sindacati, Partiti,
Istituzioni, Imprenditori, Lavoratori, Elettori, Borghesi, Migranti,
Proletari, Capitalisti, Democrazia, Parlamento, Commissioni, Tavoli,
Stati Generali, Stake-holders, Consiglio dei Ministri, Agenzia delle
Entrate, Borse, Banche, Massoneria, Stato, Mafia.
Sappiamo
quanto sia difficile e quanto possa rivelarsi inutile aspettarsi di
interloquire con Individui Responsabili quando ci rapportiamo
alla Pubblica Amministrazione, più sgherri del Collettivo,
guardiani del Castello10
,che funzionari in servizio per i cittadini.
Viene
da chiedersi quanto possano essere fallaci e paranoiche le ipotesi
riguardanti l'esistenza di un Gran Burattinaio che manovra
nascosto dietro le quinte o quanto piuttosto, ipotesi vieppiù
terrificante, che gli eventi siano condizionati da un sistema basato
sul Collettivismo e l'Anomimato... che l'individuo non si
scontri con altri individui, pur potentissimi ed occulti, ma si
scontri con un intero sistema basato sul collettivismo e l'anonimato,
un po' come la Mano Invisibile pensata dall'economista inglese
Adam Smith11,
null'altro che una funzione di autoregolazione di un sistema
autoreferenziale e negativamente entropico.
L'era del Narciso dipendente
Nella
nostra epoca, in reazione alla caduta postmoderna delle ideologie ed
al collettivismo dominante, gli individui riconvertono l'investimento
libidico, originariamente destinato al mondo esterno, sul proprio Sè,
originando nevrosi di tipo narcisistico12
e dipendenze patologiche.
L'iperinvestimento
del sé, il vivere in mondi fantastici, pretendere di abitare i
castelli in aria che abbiamo costruito, spesso è una reazione al
sentire che la nostra possibilità di incidere sul mondo è scarsa.
Questo
fenomeno ricade purtroppo sulle giovani generazioni, ipereducati,
iperqualificati, con aspettative altissime, ma spesso increduli ed
impotenti rispetto alle vere e durissime regole del gioco.
Qualcuno
si salva grazie alla rete di relazioni familiari, altri vedono
spezzarsi i sogni sulla barriera del collettivismo, della
antimeritocrazia, una barriera sulla quale il collettivismo infrange
la responsabilità soggettiva, individuale.
Iperinvestire
il Sè a scapito della realtà esterna. Negare la propria
fragilità sul piano affettivo e la difficoltà di creare legami
intersoggettivi importanti e duraturi, quindi rivolgersi in maniera
massiccia, egosintonica e culturalmente accettata, verso l'uso di
sostanze ed altre forme di dipendenza, alimentare, gioco d'azzardo,
shopping compulsivo.
Tutto,
purchè si possa eccitare il nostro sistema di ricerca mediato dalla
Dopamina, però come in un gioco, senza incidere minimamente
sul Collettivo con il quale non ci possiamo scontrare, che non
possiamo sovvertire.
Rebel Rebel, omaggio al Duca Bianco
Quali
antidoti? Dalla disobbedienza civile di Thoreau13,
dai vagabondaggi di Keruack,14
alle rivoluzioni di Steve Jobs15
e Mark Zuckenberg, che ribaltano il rapporto di dominanza della
Tecnologia sull'uomo e la riportano al servizio del soggetto e della
intersoggettività, passando per Gregory Bateson16
ed il suo concetto di Struttura che cancella la separazione
introdotta dalla Modernità tra uomo e natura, tra soggetto ed
oggetto, per arrivare al monumentale magistero che Jorge Bergoglio ha
espresso nella sua Enciclica Laudato sì17
, passando per Mitnick18
e tutto il movimento Hacker White-Hat volto a scardinare il
monopolio anonimo della conoscenza per metterla a disposizione di
tutti coloro che, attraverso il web possono recuperare la loro
soggettività.
Accostamenti
arditi, improbabili, voglia di “individuo collegato con altri
individui”, voglia di rivoluzione intersoggettiva che si
esprime, contro il collettivo, in maniera ancora confusa attraverso l'accesso facilitato alla intersoggettività del web 2.0, attraverso i social media, anche attraverso
l'apparentemente banale voglia di selfie, che mettono il proprio volto a disposizione di altri volti, attraverso la disobbedienza
civile, attraverso lo sviluppo di nuove forme di empatia verso i poveri del terzo millennio,
verso la natura stuprata, verso gli animali ridotti a cose... voglia di costruire nuovi modelli di convivenza in microcomunità fondate sulla dimensione intersoggettiva, sul rapporto tra soggetti piuttosto che sul rapporto tra un soggetto ed i suoi oggetti... voglia di disobbedienza, di ribellione...
Lasciamoci quindi sulle note del Duca... ciao David, continua a ribellarti con
noi...
1Hans
Jonas, Il Principio Responsabilità, Einaudi,
1979
2Raffaele
Romanelli, Novecento. Lezioni di Storia Contemporanea.
p. 10 Il Mulino, 2014
3Raffaele
Romanelli, ibidem
4Emanuel
Lèvinas “Totalità ed infinito”. Jaca Book, 1983
5Ernst
Junger, Tempeste d'acciaio
6Ernst
Junger, ibidem
7Raffaele
Romanelli, ibidem
8Wilfred
Bion, Esperienze nei gruppi, Armando,
1997
9Flavia
Conte (ed.), Conversazioni sul Postmoderno, Mimesis,
2013
10Franz
Kafka, Il Castello,
Garzanti, 1991
12Luigi
Turinese, L'anima errante: variazioni su Narciso,
Flower, 2013
13Henry
Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi, BUR, 1998
14Jack
Kerouac, I Vagabondi del Dharma, Mondadori,
1968
15Walter
Isaacson, Steve Jobs, Simon
& Schuster, 2011
16Gregory
Bateson, Mente e Natura, Adelphi
, 1984
17Jorge
Bergoglio, Laudato sì, Piemme,
2015
18Kevin
Mitnick, L'arte dell'intrusione, Feltrinelli,
2005
Am Anderson from Hamburg I was once a victim of herpes hsv2 ,diagnosed of herpes virus in 2012 .but by God grace I was totally cured from herpes by a God sent Dr Moses anabic herbal home he administered his powerful herbs with prescriptions then I gave it a try only but two weeks of taking his powerful herbs I was healed totally.am being generous to any sick patient with any kind of sickness can contact him through his personal email address at Mosesanabic@gmail.com ,you can call or chat him on WhatsApp with +2348100661264
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