L'Uomo e la Biosfera: il perchè della scelta vegetariana
Il termine biosfera
è stato utilizzato per la prima volta dal teologo e filosofo gesuita
Teilhard de Chardin, citato
da Arnold Toynbee:
“La biosfera è una pellicola di
terra asciutta, acqua ed aria che avvolge il globo del nostro pianeta
Terra. Essa è l'unico habitat esistente, - e per quanto ci è dato
di prevedere anche l'unico a cui si potrà accedere in futuro- di
tutte le specie di esseri viventi, uomo compreso, a noi note”1
Nella seconda metà
degli anni '70 del '900 autori come Arnold Toynbee2
ed Hans Jonas3
rilevano il capovolgimento totale del paradigma che ha caratterizzato
da sempre il rapporto Uomo-Natura: da sempre in lotta per proteggersi
dalla natura, a partire dal '900 l'Uomo attraverso l'assunzione
totalizzante di un paradigma prometeico4
è diventato in grado di distruggere la biosfera, unico tra tutte le
specie viventi.
Si tratta di una
totale inversione del paradigma classico, all'interno del quale
l'uomo doveva ricavare il suo posto ed il suo ruolo all'interno della
biosfera, entrando in competizione (e in relazione) con gli altri
elementi per costruire e garantirsi la vita.
L'uomo ha sempre
dovuto difendersi dalla Natura, anche se la sua particolare
attitudine all'esercizio del potere ed alla predatorietà
disequilibrata lo ha caratterizzato da sempre, come narra Sofocle nel
Coro dell'Antigone.5
Caratteristico
della Modernità, datata convenzionalmente dal 1789, anno della
rivoluzione francese , è il tentativo spasmodico di realizzare
quanto dettato dal Genesi, 1,28: “Siate fecondi e
moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, e abbiate dominio
sui pesci del mere, sui volatili del cielo su bestiame e su ogni
essere vivente che striscia sulla terra”. Ovvero realizzare il
totale dominio dell'uomo sulla biosfera.
Per la verità
esiste un orientamento esegetico che analizza l'originale verbo
ebraico, tradotto poi con i termini “soggiogatela” e
“dominio”: si tratta in realtà di un verbo che deve
essere tradotto come “governare”. In conformità alla
provenienza antropologica e culturale delle narrazioni orali diffusi
tra popoli dedicati alla pastorizia, poi raccolte nei libri poi
riunti nella Bibbia, si trattava del verbo che i pastori utilizzavano
per il buon governo degli armenti.
Le prime traduzioni
dall'ebraico al greco in realtà rispettano il concetto del buon
governo, dato che la traduzione greca utilizza il verbo αρχη`,
il verbo che significa “iniziare”, “principiare”,
e che nel greco classico ha a che fare appunto con il “buon
governo”.
Tuttavia, in tutte
le edizioni della Bibbia da me consultate ho trovato le parole
dominio ed assoggettamento, pertanto, purtroppo sembra
proprio che si debba considerare questa come interpretazione
corrente, almeno fino a che non verrà modificata la traduzione dalla
Conferenza Episcopale Italiana. Da notare che l'attuale magistero
ufficiale della Chiesa, espresso dal Pontefice Francesco I, Jorge
Bergoglio nella sua enciclica “Laudato Si'” interpreta il
passo in difformità dalla traduzione vigente, e lo interpreta nel
senso del “buon governo” della Natura e non dell'assoggettamento. 6. Si tratta di un importante allargamento degli orizzonti della
Chiesa che, da Papa Bergoglio in poi, potrebbero diventare non esclusivamente antropocentrici.
Il dominio
dell'uomo sulla Natura, favorito da una tecnologia autoreferenziale,
non vincolata da riflessioni di carattere etico-ambientale e
subordinata alla logica del profitto e del potere, è iniziato a
partire dalla prima Rivoluzione Industriale e proseguito, esaltato e
veicolato dal trionfo delle macchine nelle due guerre mondiali del
'900 e dal pensiero totalitario che in quegli anni ha contraddistinto
l'umanità7.
Missione dei tempi
che succederanno al Postmoderno8
sarà quella di disinnescare i pericoli creati da questo scenario
surreale: una specie, l'Uomo, che invece di trovarsi a combattere per
la vita all'interno della biosfera, può distruggerla, annientando
ovviamente anche se stesso.
Occorre
un'inversione di tendenza, una rinuncia al dominio,
all'assoggettamento. Una rinuncia alla illimitata volontà di potenza
che nell'era moderna trova il suo supporto nelle leggi
dell'economia, della finanza e dello sviluppo a tutti i costi. La
volontà di potenza dell'uomo a scapito della biosfera stessa è una
condizione suicidale e quindi surreale che si fonda sulla illusione
nevrotica del progresso a tutti i costi e sulla quasi divinizzazione
delle relazioni sociali tra soggetti collettivi, a scapito del
considerare l'uomo nella rete di relazioni propria della intera
biosfera.
L'uomo sembra
problematizzare la relazione solo nel sociale, all'interno della sua
stessa specie, sentirsi misura di tutte le cose e fine ultimo di
tutto, in diritto di fare come meglio crede delle altre creature
animali e vegetali e degli ambienti naturali. In altri termini il
violento Moderno ed il suo figlio storpio e cieco detto
Postmoderno9
soffrono di un male puntualmente diagnosticato in maniera molto
simile da due personaggi molto diversi fra loro, il sacerdote gesuita
Teilhard de Chardin, che ha parlato di Totalitarismo
Sociale10
e Theodor Kaczinsky, il famoso Unabomber, che nel suo
“Manifesto” parla di Sovrasocializzazione.
La strada per
questa inversione di tendenza, ovvero la strada che conduca l'Uomo al
suo posto, in rapporto dinamico con tutti gli altri elementi della
biosfera e non pericolosamente sovraordinato ad essa, ci è stata
indicata poco più di 2000 anni fa.
La via ci è stata
indicata attraverso una storia straordinaria, quella di Yehoshùa,un
rabbi rivelatosi come Uomo-Dio. Non è stato il primo esempio
ed unico di Uomo-Dio: lo erano i Faraoni, lo erano gli Imperatori
Romani, lo è stato Hiro Hito, imperatore del Giappone, considerato
divino fino al 1946.
La straordinarietà
di questa storia risiede nel fatto che Yehoshùa, l'Uomo-Dio,
non è un'imperatore ma un semplice falegname, un falegname che
attraverso l'evangelico messaggio di umiltà e comunione, il
messaggio di rinuncia al potere materiale ha trasformato il
terribile dio etnico Yahveh in un Dio d'amore verso tutti i
popoli.
“Se uno vuol
venire dietro di me prenda la sua croce e mi segua... infatti, che
giovamento ha l'uomo se guadagna il mondo intero ma perde l'anima
sua?” Matteo 6, 28-29.
Il soddisfacimento
materiale può far perdere l'anima, il senso della vita. Una
posizione di dominanza sulla Natura per il proprio soddisfacimento
materiale e per il gusto del potere fa perdere all'Uomo la sua anima,
che può essere ritrovata solo nel pieno inserimento nel flusso
dinamico della vita, nelle relazioni esistenti nella biosfera.
L'inversione di
tendenza quindi è la rinuncia alla superiorità e l'inserimento
umile nel flusso della vita.
L'occidente in
questo ha seguito più il padre di Francesco d'Assisi, mercante, che
Francesco stesso.11
L'Uomo può
scegliere il bene o il male, ed è per questo che la specie umana si
è dotata di quel gioco linguistico, quella forma di vita12
a cui diamo il nome di Etica.
Hans Jonas13
ci parla della responsabilità etica che la specie umana ha nei
confronti della vita stessa, dove il bene è che la vita
continui, il male che la vita finisca, non la vita individuale
ma la vita della biosfera nel suo complesso.
Non riusciremo a
seppellire la Modernità e le sue mostruosità totalitarie e
massificanti, l'uso dominante della tecnologia al servizio della
economia e della finanza, finchè l'uomo non si prenderà la
responsabilità di scegliere la vita ed evitare nella misura del
possibile tutti gli atti che possano danneggiare la biosfera.
Il cambiamento
dovrà essere graduale, dovrà essere una rivoluzione senza violenza,
ma determinata, anche dolorosa perchè deve necessariamente
comportare delle rinunce rispetto al nostro stile di vita
occidentale.
D'altra parte
l'uomo stesso potrebbe beneficiarne, in termini di salute, attraverso
un'alimentazione più moderata e meno legata alla industria
alimentare. Attraverso una vita più lenta e spirituale.
E' suggerito
dalla ricerca scientifica e dal paradigma PNEI
(PsicoNeuroImmunoEndocrinologia) che in questo modo sarebbe possibile
ridurre significativamente l'incidenza del cancro e delle malattie
cardiocircolatorie, nonché l'incidenza delle nevrosi narcisistiche,
delle nevrosi d'ansia e della depressione, quest'ultima legata a
problemi di tipo infiammatorio.14
E' vero che dal
punto di vista evoluzionistico la vita si è sempre nutrita della
vita, animale o vegetale che sia. Questo è un punto ineludibile.
L'Uomo tuttavia,
pur trattandosi di una specie fondamentalmente malvagia, ha
possibilità di scegliere e quindi anche di promuovere la vita,
ovvero il bene.
In questo senso, la scelta vegetariana o, meglio
ancora vegana, nel voler riconoscere lo statuto di individuo
irripetibile, lo statuto di “soggetto di una vita”15
agli animali abitualmente uccisi per scopo alimentare o
pseudo-scientifico (pensando alla sperimentazione) costituisce un
importante testimonianza, un baluardo in favore della vita,
testimoniando la possibilità di rinunciare ad un piacere personale
in funzione della possibilità che altri essere viventi possano
continuare a compiere il ciclo della loro esistenza.
Uomini appartenenti
alle opulente società Americane ed Euroasiatiche sono benissimo in
grado di poter scegliere di escludere animali dalla propria dieta,
attraverso la rinuncia ad un piacere meramente materiale.
Rispetto e promozione della vita, boicottaggio attivo degli allevamenti
industriali, comportamenti ed acquisti eco-sostenibili,
riconversione della tecnologia al servizio della biosfera,
spiritualità e senso della sacralità della vita in tutte le sue
manifestazioni, rivalutazione dei soggetti individuali rispetto al
collettivismo della società di massa sono alcune linee guida di un
umanità che voglia definitivamente seppellire la Modernità,
soprattutto le sue derive violente e minacciose, per poter guardare
oltre.
1Arnold
J. Toynbee, “Mankind and Mother Earth”, Oxford University
Press, 1976
2op.
cit.
3Hans
Jonas, “Il principio responsabilità”, Einaudi, 1979
4Pierre
Hadot, “Il velo di Iside. Storia dell'idea di natura”,
Einaudi, 2006
5“Molte
ha la vita forze tremende; eppure più dell'uomo nulla, vedi, è
tremendo.
Va sul mare canuto nell'umido aspro vento,
solcando turgidezze che s'affondano in gorghi sonori.
E la suprema fra gli dei, la Terra,
d'anno in anno egli affatica d'aratri
sovvertitori e di cavalli preme tutta sommovendola.
E la famiglia lieve degli uccelli sereni
insidia, insegue come le stirpi ferine, come il popolo subacqueo del
mare,scaltro, spiegando le sue reti, l'uomo:
e vince, con frodi, vaghe pei monti le
fiere del bosco:
stringe nel giogo, folta di criniera, la
nuca del cavallo e il toro piega montano, infaticabile.
Diede a sé la parola, il pensiero ch'è
come il vento, il vivere civile, e i modi d'evitare gli assalti dei
cieli apertie l'umide tempeste nell'inospite gelo, a
tutto armato l'uomo: che nulla inerme attende dal futuro.
Ade soltanto non potrà mai fuggire, se pur
medita sempre nuovi rifugi a non domati mali.
Con l'ingegno che supera sempre
l'immaginabile, ad ogni arte vigile, industre, egli si volge al
male, ora al bene.
Se le leggi osserva della sua terra e la
fede giurata agli Déi di sua gente, sé con la patria esalta;
un senza-patria è chi s'accosta, per la
sua folle audacia, al male."
6Jorge
Bergoglio, “Laudato Si'”, Piemme,
2015
7Non
bisogna confondere totalitarismo
con autoritarismo : i
regimi Fascista, Nazista e Comunista furono autoritari, ma tutto il
novecento nel suo complesso fu totalitario, ivi comprese le
Democrazie Parlamentari:
“Il concetto di totalitarismo
di per sé rinvia a quei fenomeni di coinvolgimento “totale”
degli individui e della società intera nei processi di
trasformazione, mobilitazione o anche rinnovamento che possono
essere visti come intrinseci alla modernità sin dalla rivoluzione
francese. A quella lontana stagione rivoluzionaria … all'origine
della nostra vicenda contemporanea.. possono essere fatti risalire
anche altri aspetti totalitari della modernità...: il dominio
dell'ideologia... la spinta disciplinare e pedagogica,
l'affermazione contro le religioni storiche di una religiosità
politica propria, non priva di elementi sacrali e rituali, e infine
lo stesso esercizio della violenza che fu proprio del terrore
giacobino.” In: Raffaele
Romanelli, “Novecento. Lezioni di Storia Contemporanea”,
Pag. 129, Il Mulino, 2014.
Insomma,
il totalitarismo così definito è proprio delle società di massa,
ivi comprese le democrazie sociali e liberali che, peraltro, nel
primo decennio degli anni 2000 non esitarono a violare direttamente
i diritti umani e favorirne la violazione per “esportare la
democrazia” e lo stile di vita e di consumo tipico dell'occidente.
8Flavia
Conte (a cura di), “Conversazioni sul Postmoderno”,
Mimesis, 2013
9op.cit.
10Pierre
Teilhard de Chardin, “L'ambiente divino. Saggio di vita
interiore.” Queriniana, 2009
11Arnold
Toynbee, op. cit. pag. 30
12Ludwig
Wittgenstein, “Ricerche Filosofiche”, Einaudi, 2009
13op.cit.
14Francesco
Bottaccioli, “Meditazione, psiche e cervello”, Tecniche
nuove, 2012
15Tom
Regan, “Diritti Animali”,
Garzanti, 1984