sabato 27 febbraio 2016

L'Uomo e la Biosfera: il perchè della scelta vegetariana

L'Uomo e la Biosfera: il perchè della scelta vegetariana


Il termine biosfera è stato utilizzato per la prima volta dal teologo e filosofo gesuita Teilhard de Chardin, citato da Arnold Toynbee:

La biosfera è una pellicola di terra asciutta, acqua ed aria che avvolge il globo del nostro pianeta Terra. Essa è l'unico habitat esistente, - e per quanto ci è dato di prevedere anche l'unico a cui si potrà accedere in futuro- di tutte le specie di esseri viventi, uomo compreso, a noi note”1
Nella seconda metà degli anni '70 del '900 autori come Arnold Toynbee2 ed Hans Jonas3 rilevano il capovolgimento totale del paradigma che ha caratterizzato da sempre il rapporto Uomo-Natura: da sempre in lotta per proteggersi dalla natura, a partire dal '900 l'Uomo attraverso l'assunzione totalizzante di un paradigma prometeico4 è diventato in grado di distruggere la biosfera, unico tra tutte le specie viventi.

Si tratta di una totale inversione del paradigma classico, all'interno del quale l'uomo doveva ricavare il suo posto ed il suo ruolo all'interno della biosfera, entrando in competizione (e in relazione) con gli altri elementi per costruire e garantirsi la vita.

L'uomo ha sempre dovuto difendersi dalla Natura, anche se la sua particolare attitudine all'esercizio del potere ed alla predatorietà disequilibrata lo ha caratterizzato da sempre, come narra Sofocle nel Coro dell'Antigone.5

Caratteristico della Modernità, datata convenzionalmente dal 1789, anno della rivoluzione francese , è il tentativo spasmodico di realizzare quanto dettato dal Genesi, 1,28: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, e abbiate dominio sui pesci del mere, sui volatili del cielo su bestiame e su ogni essere vivente che striscia sulla terra”. Ovvero realizzare il totale dominio dell'uomo sulla biosfera.

Per la verità esiste un orientamento esegetico che analizza l'originale verbo ebraico, tradotto poi con i termini “soggiogatela” e “dominio”: si tratta in realtà di un verbo che deve essere tradotto come “governare”. In conformità alla provenienza antropologica e culturale delle narrazioni orali diffusi tra popoli dedicati alla pastorizia, poi raccolte nei libri poi riunti nella Bibbia, si trattava del verbo che i pastori utilizzavano per il buon governo degli armenti.

Le prime traduzioni dall'ebraico al greco in realtà rispettano il concetto del buon governo, dato che la traduzione greca utilizza il verbo αρχη`, il verbo che significa “iniziare”, “principiare”, e che nel greco classico ha a che fare appunto con il “buon governo”.

Tuttavia, in tutte le edizioni della Bibbia da me consultate ho trovato le parole dominio ed assoggettamento, pertanto, purtroppo sembra proprio che si debba considerare questa come interpretazione corrente, almeno fino a che non verrà modificata la traduzione dalla Conferenza Episcopale Italiana. Da notare che l'attuale magistero ufficiale della Chiesa, espresso dal Pontefice Francesco I, Jorge Bergoglio nella sua enciclica “Laudato Si'” interpreta il passo in difformità dalla traduzione vigente, e lo interpreta nel senso del “buon governo” della Natura e non dell'assoggettamento. 6.  Si tratta di un importante allargamento degli orizzonti della Chiesa che, da Papa Bergoglio in poi,  potrebbero diventare non esclusivamente antropocentrici.

Il dominio dell'uomo sulla Natura, favorito da una tecnologia autoreferenziale, non vincolata da riflessioni di carattere etico-ambientale e subordinata alla logica del profitto e del potere, è iniziato a partire dalla prima Rivoluzione Industriale e proseguito, esaltato e veicolato dal trionfo delle macchine nelle due guerre mondiali del '900 e dal pensiero totalitario che in quegli anni ha contraddistinto l'umanità7.
Missione dei tempi che succederanno al Postmoderno8 sarà quella di disinnescare i pericoli creati da questo scenario surreale: una specie, l'Uomo, che invece di trovarsi a combattere per la vita all'interno della biosfera, può distruggerla, annientando ovviamente anche se stesso.

Occorre un'inversione di tendenza, una rinuncia al dominio, all'assoggettamento. Una rinuncia alla illimitata volontà di potenza che nell'era moderna trova il suo supporto nelle leggi dell'economia, della finanza e dello sviluppo a tutti i costi. La volontà di potenza dell'uomo a scapito della biosfera stessa è una condizione suicidale e quindi surreale che si fonda sulla illusione nevrotica del progresso a tutti i costi e sulla quasi divinizzazione delle relazioni sociali tra soggetti collettivi, a scapito del considerare l'uomo nella rete di relazioni propria della intera biosfera.

L'uomo sembra problematizzare la relazione solo nel sociale, all'interno della sua stessa specie, sentirsi misura di tutte le cose e fine ultimo di tutto, in diritto di fare come meglio crede delle altre creature animali e vegetali e degli ambienti naturali. In altri termini il violento Moderno ed il suo figlio storpio e cieco detto Postmoderno9 soffrono di un male puntualmente diagnosticato in maniera molto simile da due personaggi molto diversi fra loro, il sacerdote gesuita Teilhard de Chardin, che ha parlato di Totalitarismo Sociale10 e Theodor Kaczinsky, il famoso Unabomber, che nel suo “Manifesto” parla di Sovrasocializzazione.
La strada per questa inversione di tendenza, ovvero la strada che conduca l'Uomo al suo posto, in rapporto dinamico con tutti gli altri elementi della biosfera e non pericolosamente sovraordinato ad essa, ci è stata indicata poco più di 2000 anni fa.

La via ci è stata indicata attraverso una storia straordinaria, quella di Yehoshùa,un rabbi rivelatosi come Uomo-Dio. Non è stato il primo esempio ed unico di Uomo-Dio: lo erano i Faraoni, lo erano gli Imperatori Romani, lo è stato Hiro Hito, imperatore del Giappone, considerato divino fino al 1946.

La straordinarietà di questa storia risiede nel fatto che Yehoshùa, l'Uomo-Dio, non è un'imperatore ma un semplice falegname, un falegname che attraverso l'evangelico messaggio di umiltà e comunione, il messaggio di rinuncia al potere materiale ha trasformato il terribile dio etnico Yahveh in un Dio d'amore verso tutti i popoli.

Se uno vuol venire dietro di me prenda la sua croce e mi segua... infatti, che giovamento ha l'uomo se guadagna il mondo intero ma perde l'anima sua?” Matteo 6, 28-29.

Il soddisfacimento materiale può far perdere l'anima, il senso della vita. Una posizione di dominanza sulla Natura per il proprio soddisfacimento materiale e per il gusto del potere fa perdere all'Uomo la sua anima, che può essere ritrovata solo nel pieno inserimento nel flusso dinamico della vita, nelle relazioni esistenti nella biosfera.

L'inversione di tendenza quindi è la rinuncia alla superiorità e l'inserimento umile nel flusso della vita.

L'occidente in questo ha seguito più il padre di Francesco d'Assisi, mercante, che Francesco stesso.11

L'Uomo può scegliere il bene o il male, ed è per questo che la specie umana si è dotata di quel gioco linguistico, quella forma di vita12 a cui diamo il nome di Etica.

Hans Jonas13 ci parla della responsabilità etica che la specie umana ha nei confronti della vita stessa, dove il bene è che la vita continui, il male che la vita finisca, non la vita individuale ma la vita della biosfera nel suo complesso.

Non riusciremo a seppellire la Modernità e le sue mostruosità totalitarie e massificanti, l'uso dominante della tecnologia al servizio della economia e della finanza, finchè l'uomo non si prenderà la responsabilità di scegliere la vita ed evitare nella misura del possibile tutti gli atti che possano danneggiare la biosfera.

Il cambiamento dovrà essere graduale, dovrà essere una rivoluzione senza violenza, ma determinata, anche dolorosa perchè deve necessariamente comportare delle rinunce rispetto al nostro stile di vita occidentale.

D'altra parte l'uomo stesso potrebbe beneficiarne, in termini di salute, attraverso un'alimentazione più moderata e meno legata alla industria alimentare. Attraverso una vita più lenta e spirituale. 

E' suggerito dalla ricerca scientifica e dal paradigma PNEI (PsicoNeuroImmunoEndocrinologia) che in questo modo sarebbe possibile ridurre significativamente l'incidenza del cancro e delle malattie cardiocircolatorie, nonché l'incidenza delle nevrosi narcisistiche, delle nevrosi d'ansia e della depressione, quest'ultima legata a problemi di tipo infiammatorio.14

E' vero che dal punto di vista evoluzionistico la vita si è sempre nutrita della vita, animale o vegetale che sia. Questo è un punto ineludibile.

L'Uomo tuttavia, pur trattandosi di una specie fondamentalmente malvagia, ha possibilità di scegliere e quindi anche di promuovere la vita, ovvero il bene. 

In questo senso, la scelta vegetariana o, meglio ancora vegana, nel voler riconoscere lo statuto di individuo irripetibile, lo statuto di “soggetto di una vita15 agli animali abitualmente uccisi per scopo alimentare o pseudo-scientifico (pensando alla sperimentazione) costituisce un importante testimonianza, un baluardo in favore della vita, testimoniando la possibilità di rinunciare ad un piacere personale in funzione della possibilità che altri essere viventi possano continuare a compiere il ciclo della loro esistenza.

Uomini appartenenti alle opulente società Americane ed Euroasiatiche sono benissimo in grado di poter scegliere di escludere animali dalla propria dieta, attraverso la rinuncia ad un piacere meramente materiale.

Rispetto e promozione della vita, boicottaggio attivo degli allevamenti industriali, comportamenti ed acquisti eco-sostenibili, riconversione della tecnologia al servizio della biosfera, spiritualità e senso della sacralità della vita in tutte le sue manifestazioni, rivalutazione dei soggetti individuali rispetto al collettivismo della società di massa sono alcune linee guida di un umanità che voglia definitivamente seppellire la Modernità, soprattutto le sue derive violente e minacciose, per poter guardare oltre.

1Arnold J. Toynbee, “Mankind and Mother Earth”, Oxford University Press, 1976

2op. cit.

3Hans Jonas, “Il principio responsabilità”, Einaudi, 1979

4Pierre Hadot, “Il velo di Iside. Storia dell'idea di natura”, Einaudi, 2006

5Molte ha la vita forze tremende; eppure più dell'uomo nulla, vedi, è tremendo.
Va sul mare canuto nell'umido aspro vento, solcando turgidezze che s'affondano in gorghi sonori.
E la suprema fra gli dei, la Terra,
d'anno in anno egli affatica d'aratri sovvertitori e di cavalli preme tutta sommovendola.
E la famiglia lieve degli uccelli sereni insidia, insegue come le stirpi ferine, come il popolo subacqueo del mare,scaltro, spiegando le sue reti, l'uomo:
e vince, con frodi, vaghe pei monti le fiere del bosco:
stringe nel giogo, folta di criniera, la nuca del cavallo e il toro piega montano, infaticabile.
Diede a sé la parola, il pensiero ch'è come il vento, il vivere civile, e i modi d'evitare gli assalti dei cieli apertie l'umide tempeste nell'inospite gelo, a tutto armato l'uomo: che nulla inerme attende dal futuro.
Ade soltanto non potrà mai fuggire, se pur medita sempre nuovi rifugi a non domati mali.
Con l'ingegno che supera sempre l'immaginabile, ad ogni arte vigile, industre, egli si volge al male, ora al bene.
Se le leggi osserva della sua terra e la fede giurata agli Déi di sua gente, sé con la patria esalta;
un senza-patria è chi s'accosta, per la sua folle audacia, al male."

6Jorge Bergoglio, “Laudato Si'”, Piemme, 2015

7Non bisogna confondere totalitarismo con autoritarismo : i regimi Fascista, Nazista e Comunista furono autoritari, ma tutto il novecento nel suo complesso fu totalitario, ivi comprese le Democrazie Parlamentari: 
“Il concetto di totalitarismo di per sé rinvia a quei fenomeni di coinvolgimento “totale” degli individui e della società intera nei processi di trasformazione, mobilitazione o anche rinnovamento che possono essere visti come intrinseci alla modernità sin dalla rivoluzione francese. A quella lontana stagione rivoluzionaria … all'origine della nostra vicenda contemporanea.. possono essere fatti risalire anche altri aspetti totalitari della modernità...: il dominio dell'ideologia... la spinta disciplinare e pedagogica, l'affermazione contro le religioni storiche di una religiosità politica propria, non priva di elementi sacrali e rituali, e infine lo stesso esercizio della violenza che fu proprio del terrore giacobino.”  In: Raffaele Romanelli, “Novecento. Lezioni di Storia Contemporanea”, Pag. 129, Il Mulino, 2014.
Insomma, il totalitarismo così definito è proprio delle società di massa, ivi comprese le democrazie sociali e liberali che, peraltro, nel primo decennio degli anni 2000 non esitarono a violare direttamente i diritti umani e favorirne la violazione per “esportare la democrazia” e lo stile di vita e di consumo tipico dell'occidente.

8Flavia Conte (a cura di), “Conversazioni sul Postmoderno”, Mimesis, 2013

9op.cit.

10Pierre Teilhard de Chardin, “L'ambiente divino. Saggio di vita interiore.” Queriniana, 2009

11Arnold Toynbee, op. cit. pag. 30

12Ludwig Wittgenstein, “Ricerche Filosofiche”, Einaudi, 2009

13op.cit.

14Francesco Bottaccioli, “Meditazione, psiche e cervello”, Tecniche nuove, 2012


15Tom Regan, “Diritti Animali”, Garzanti, 1984